La Cicala e la Formica

La cicala e la formica è una bellissima favola dello scrittore greco del VI secolo a.C. Esopo che ogni tanto vale la pena rileggere, anche in età adulta, per non dimenticare il suo insegnamento morale, ieri come oggi, sempre attuale.

Una volta, tanto tempo fa, durante un’estate caldissima mentre una formica lavorava ininterrottamente una cicala cantava a squarcia gola tutto il giorno.

Accadde che sotto il ramo dell’albero dove stava sdraiata comoda la cicala, passava avanti e indietro la formica, tutta indaffarata a portare sulla sua schiena diverse cose: pezzetti di cibo, sassolini, chicchi di grano, legnetti.

La cicala, vedendo quanto fosse sudata la formica, cominciò a prenderla in giro e le disse: <<Vieni quassù, signora formica. Fa più fresco e, intanto che ti riposi, cantiamo insieme qualche canzone>>. Così parlando la cicala iniziò a cantare.

La formica rispose:<<grazie mille, signora cicala, ma io sono molto impegnata a mettere via provviste per l’inverno e a sistemare la mia casetta per proteggermi dal freddo, quando arriverà, che non trovo il tempo di venire da te per cantare>>. E così dicendo, la formica continuò ad andare avanti ed indietro per il prato, sempre più indaffarata.

Continuò la cicala: <<ma l’estate è ancora lunga e l’inverno ancora lontano, non preoccuparti adesso, ci sarà tempo più avanti per mettere via le provviste!>>

La formica scosse un po’ la testa e proseguì imperterrita il suo lavoro, senza badare alla cicala.

E ancora la cicala: << fai come vuoi, formica mia. Io intanto mi godo questa meravigliosa giornata standomene qui rilassata a riposare>>. Continuando, ovviamente, a cantare un’altra canzone.

I giorni, intanto, e poi i mesi, passarono veloci, ed ecco che puntuale arrivò l’inverno col suo freddo e col suo ghiaccio.

La cicala vagava per i campi e per i prati arrabattandosi come poteva, recuperando qua e là qualcosa da mangiare e riparandosi dal freddo dove capitava.

Una sera in cui il buio era sceso molto presto, la cicala, vagando vagando, s’imbatté in una piccola casetta con la finestrella illuminata. La cicala aveva tanta fame e tanto freddo, così bussò alla porta.

La porta si aprì ed uscì la formica. Quella era la sua casetta costruita con fatica durante l’estate, dall’interno si sentiva arrivare un bel calduccio e un odorino di cibo molto invitante.

Affacciata alla porta la formica salutò: <<buonasera, signora cicala, cosa ti porta da me?>>

La cicala tutta infreddolita, tremando nel leggero cappottino che aveva addosso, rispose: <<buonasera, signora formica, ho freddo, ho fame e non ho un tetto dove passare la notte.>>

La formica guardò la cicala con compassione, poi le disse: << ah, signora cicala, come ricordo bene le calde giornate d’estate, mentre io faticavo per mettere via provviste e costruirmi una casa, tu, beata sul tuo ramo fresco e all’ombra, cantavi a squarcia gola. Beh, continuò la formica, facciamo così: per questa volta entra, ti aiuterò e ti darò da mangiare e un letto dove dormire. Tu però prometti che la prossima estate mi aiuterai a far provviste>>.

La cicala promise che avrebbe aiutato la formica l’estate successiva. Così però non fu, anzi puntualmente durante la calura estiva la cicala riprese a cantare e la formica a lavorare.

L’inverno successivo quando nuovamente la cicala si presentò dalla formica per chiedere ospitalità, la formica disse alla cicala: << quando io lavoravo col sole cocente tu, cara cicala, cosa facevi?>>

La cicala rispose: <<cantavo!>>

E la formica: << ora, orsù, balla!>>

Qual è, dunque, la morale della favola?

Chi nulla fa nulla ottiene.

Bisogna essere previdenti e non pensare solo all’oggi ma anche e soprattutto al domani. E starsene con le mani in mano non è mai un bene. Non bisogna godersi la vita senza far niente per poi sperare in un aiuto da chi invece ha lavorato duramente.

Dall’ozio non si ricava nulla.

E’ necessario impegnarsi per guadagnare ciò che si vuole ottenere.

Se si fanno dei sacrifici si raccolgono i frutti.

Solo chi si impegnerà di più avrà ciò che merita.

Quanta attualità in una favola del VI secolo a.C…

{Un viaggio Speciale nelle viuzze del sapere}

 

 

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