Racconto il bello perché la bellezza salva

Ci sono viaggi che iniziano con una valigia e altri che partono dal cuore. Il mio è cominciato così: con il bisogno profondo di guardarmi attorno e scoprire che, anche dove tutto sembra spento, c’è sempre una scintilla. Un dettaglio. Un incontro. Una parola gentile. Un riflesso che rompe l’ombra.
Nel mio piccolo, ho scelto di raccontare il bello che c’è. Nei luoghi che visito, sì. Ma soprattutto nelle persone che incontro, nei loro occhi, nelle loro storie. Perché la bellezza — quella vera — è spesso silenziosa, timida, nascosta nei gesti semplici. Eppure, è potente. È lei che mi spinge a scrivere, a fotografare, a condividere.
Un cammino fatto di luce
La bellezza, per me, è un faro. Non elimina il buio, ma lo rischiara. Lo attraversa, come fa una lanterna nella notte quando ti senti perso e hai bisogno solo di un punto fermo, di qualcosa che ti dica: “Ecco, guarda, non tutto è perduto.”
Nel corso dei miei viaggi, mi sono accorta che ogni luogo ha un’anima. Anche i paesaggi più deserti, anche le città frenetiche e rumorose. C’è una voce che parla — a chi ha voglia di ascoltare. E allora cammino, ascolto, scrivo. E raccolgo frammenti di bellezza come chi, sulla riva del mare, si china a raccogliere conchiglie.
Il potere nascosto nei piccoli gesti
C’è chi pensa che la bellezza sia solo nei grandi scenari: nelle montagne maestose, nei tramonti infuocati, nelle spiagge bianchissime. Ma io l’ho trovata anche in un caffè condiviso con una sconosciuta che mi ha raccontato del suo amore perduto. In una nonna che ha voluto mostrarmi la coperta che aveva ricamato a mano da giovane. Nelle mani sporche di terra di un contadino che mi ha regalato una pesca appena colta.
Sono queste le immagini che porto con me. Perché la bellezza è nei dettagli, e i dettagli sono l’essenza della vita.
Le parole come custodi di luce
Scrivere, per me, è come accendere piccole lanterne lungo il cammino. Ogni parola scelta con cura può diventare una finestra da cui entra la luce. Quando racconto un luogo, non voglio solo descriverlo. Voglio farlo vibrare. Far sentire il profumo dell’aria, il rumore dei passi, l’eco di una risata nel vicolo.
Non scrivo per turismo. Scrivo per restituire senso. Perché ogni luogo che ho vissuto mi ha lasciato qualcosa dentro. E ogni volta che lo racconto, quel luogo continua a vivere.
Una missione: raccontare per ritrovare
In un’epoca in cui siamo sommersi da notizie cupe, in cui sembra che il mondo sia solo conflitto e fatica, io ho deciso di scegliere l’altra strada. Quella che guarda al bello, non per ingenuità, ma per resistenza. Per amore.
Racconto il bello perché il bello va salvato. Va custodito. Va detto ad alta voce.
È il mio modo per resistere. Per ricordarmi — e ricordare a chi mi legge — che ci sono ancora cose che meritano uno sguardo lento, una carezza, un “grazie”.
Per chi legge, per chi cerca luce
Questo spazio, il mio blog, è il luogo in cui lascio tracce. Per chi ha bisogno di una pausa, di una boccata d’aria buona, di una storia che gli faccia bene. Per chi è stanco del rumore, ma non si arrende. Per chi crede ancora che le parole possano toccare, guarire, illuminare.
Scrivo per chi ama. Per chi sogna. Per chi si ferma a guardare il cielo anche se ha fretta.
E tu che mi leggi, portala con te, quella bellezza che hai trovato tra queste righe. Perché ognuno di noi può essere un piccolo faro per qualcun altro.
Se anche tu cerchi il bello, cammina con me. Lo racconto qui, a modo mio.

Un aneddoto piacevole:
Una volta, in un piccolo borgo, incontrai una signora anziana seduta davanti alla sua porta. Mi fermò solo per dirmi: “Se ti siedi un attimo, ti racconto il vento di questa collina.” E lo fece. In quel racconto c’era tutta la poesia del mondo. Nessun monumento, nessuna guida turistica avrebbe saputo dirmi tanto.






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