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Egregio Direttore

Egregio Direttore,

anch’io come Lei rabbrividisco di fronte a chi, senza né arte né parte, si accinge a salire sullo scranno più alto del potere, sul quale, in tempi ormai andati, forse per sempre, si sono seduti uomini illustri e di spessore. Ma quanti anni sono passati d’allora? Quanti anni sono che non vediamo più uomini di cultura, di dottrina e di etica seduti su quel trono? Tanti, probabilmente troppi. Troppi anni! L’ultimo cinquantennio della nostra Penisola è stato caratterizzato da un declino che a macchia d’olio si è esteso irreversibilmente senza sosta. E se oggi il nostro bel Paese è così sofferente, la colpa è di tutti quelli che hanno governato solo per il proprio “particulare”. E l’Italiano, stanco, ha deciso di protestare. Protestare contro chi ogni giorno, con chiacchiere futili, ha fatto promesse che poi non ha mantenuto. Gli Italiani non si sono rimbambiti, no! Gli Italiani non hanno avuto scelta! In particolare, i meridionali, i terroni, hanno votato in massa coloro che si atteggiano a paladini del cambiamento, non perché aspettassero, illudendosi, un reddito di cittadinanza, che a suo scrivere, “anziché lavorare si grattano il ventre”, ma per ribellarsi ad un potere che li ha sempre tenuti nella morsa. Il Sud e l’Italia in generale avrebbe votato chiunque tranne i vecchi ciarloni. In particolare l’antica Aithalìa.

La Patria è già stata umiliata. Eh sì, sono d’accordo con Lei, restiamo senza governo. Restiamo senza governo fino a quando non spariranno tutti e fino a quando l’aria non tornerà fresca e salubre, fino a quando l’infezione non sarà passata. Ci arrangeremo, di sicuro! Riconquistiamo un minimo di dignità. E come? Andando a monte del problema.

Oggi, qual è il vero problema dell’Italia?

Ahimè l’ignoranza! La cultura che è assente. Come si potrebbe, diversamente, migliorare la scuola se il sapere continua ad essere messo nelle mani di chi non ha le competenze giuste per apportare le necessarie modifiche? La scuola non seleziona più, è un’azienda che sforna menti non pensanti. Si studia poco, si studia male, non si studia. Alla fine dell’anno scolastico, tutti promossi. Perché la scuola non può permettersi di perdere alunni e classi. Una scuola con pochi alunni è una scuola fallita. E allora via alla promozione per tutti.

Il degrado parte proprio da qui. E da qui che si deve ripartire. E’ dallo studio dei classici latini e greci, nell’età dell’adolescenza, in particolare, che la sfida deve ricominciare, perché conoscendo il passato si potranno evitare molteplici errori e perché conoscendo il passato si potrà trarre da esso insegnamento.

Del resto non è da qui che iniziarono il loro lodevole percorso Quintino Sella e Alcide De Gasperi?

 

 

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